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Il Racconto di Mario Rossetto

gennaio 16, 2008

Nel mese di ottobre del 1937 sono stato destinato al Battaglione San Marco, a TienTsin, in Cina, una delle destinazioni più ambite per i giovani ufficiali di Marina. Insieme a due miei compagni di corso, anch’essi destinati in Cina, raggiungemmo  Shanghai dopo un viaggio di 25  giorni sul “Conte Biancamano”.

A Shanghai la Marina Italiana, in quei tempi, teneva (come le Marine delle altre potenze occidentali) due navi, la ”Lepanto” e la cannoniera fluviale “Carlotto”, ma nel luglio aveva inviato anche, dopo che i giapponesi avevano aperto le ostilità con i cinesi ed erano sbarcati in numerose località della Cina,  l’Incrociatore “Montecuccoli”. Il Comandante Da Zara aveva assunto anche il Comando Superiore in Estremo Oriente. Per questo, arrivando a Shanghai, io e i miei due colleghi ci presentammo a lui, e sul momento ci parve che ci desse, come si suole dire, una fregatura, Infatti anziché lasciarci proseguire per le nostre destinazioni indicateci dal Ministero, ci fece imbarcare sul Montecuccoli per sostituire tre ufficiali, del corso precedente al nostro, già inviati ad occupare i nostri posti. Secondo lui anche noi avremmo dovuto fare un po’ di “gavetta”. Come ho detto la faccenda non fu di nostro gradimento, ma presto cambiammo di opinione.

Al principio del 1938 il Montecuccoli fu inviato  a  rappresentare l’Italia  in Australia in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dalla fondazione di Sidney.

Ebbe così inizio un periodo interessantissimo durante il quale, nel periplo dell’Australia, toccammo i suoi porti principali, e rientrando a Shanghai passammo anche da Batavia (oggi Giakarta) nell’isola di Giava, e da Saigon (oggi Ho Ci Min) capitale dell’allora Indocina Francese. Prima di raggiungere l’Australia avevamo anche toccato Manila, nelle Filippine e Makassar nell’isola di Celebes.

A Shanghai non ci trattenemmo molto perché il Montecuccoli ebbe il compito di effettuare una crociera in Giappone  in occasione di varie manifestazioni di amicizia  tra le due nazioni.

Finalmente, credo nel mese di luglio, il Montecuccoli  fu richiamato in Italia, sostituito dal “Colleoni”, e allora  il Comandante Da Zara lasciò me e i miei due compagni di corso  alle destinazioni inizialmente previste richiamando i tre ufficiali che  ci avevano sostituito.

Naturalmente il periodo trascorso sul Montecuccoli è rimasto tra i  ricordi più belli della mia vita da marinaio. Purtroppo col passare degli anni, e ne sono trascorsi da allora quasi settanta, i ricordi tendono ad affievolirsi, rimangono vivi solo alcuni episodi e le figure degli amici, dei collaboratori, di tutti coloro che con noi hanno preso parte ai medesimi eventi, ma i nomi sono quelli che più rapidamente scompaiono dalla memoria.

Così ricordo bene il Comandante Da Zara, grande marinaio in pace, come è stato poi grande combattente in  guerra, e grande donnaiolo;  cosa questa di cui si vantava molto. A quell’epoca  una notizia aveva suscitato l’attenzione mondiale, il principe ereditario dell’Inghilterra aveva rinunciato al trono per sposare una signora americana divorziata,  Wally Simpson.  Da Zara aveva conosciuto la signora  una dozzina di anni prima, durante un sua precedente destinazione in Cina.  Aveva sempre conservato di questa avventura  un segno tangibile, una grande fotografia con dedica, che teneva esposta nel suo alloggio mostrandola compiaciuto ai visitatori.

Circa la sua perizia marinara ricordo che amava raccontare un altro episodio. Quando la Marina Francese trasportò le spoglie del generale  Lyautey dall’Algeria  a Tolone, la Marina Italiana  inviò, come scorta d’onore, una divisione di incrociatori: Si trattava del Duca d’Aosta e del Montecuccoli che raggiunsero in mare aperto le navi francesi. Le condizioni del mare erano pessime ma i nostri incrociatori fecero una manovra abilissima per  affiancare i francesi. Quando Da Zara ebbe occasione di incontrare il Comandante della nave francese, questi si complimentò proprio per la manovra difficilissima e perfettamente riuscita, e disse: “il Montecuccoli ha fatto una bellissima manovra, ma il Duca d’Aosta ha manovrato ancora meglio” e Da Zara rispose: “ Ma io allora comandavo proprio il Duca d’Aosta!”

Il Comandante in seconda Bondi, come gli competeva per l’incarico che aveva, era  rigidissimo, specialmente con noi guardiamarina. Io ho avuto occasione di incontrarlo dopo guerra, quando entrambi  eravamo già fuori dalla Marina e  confesso di averlo trovato persona squisitissima. Ma allora era diverso. Un giorno il tenente del Genio Navale Battisti (con il quale durante la guerra mi ritrovai a Betasom, lui direttore di macchina del smg. Da Vinci ed io Comandante del smg. Finzi) aveva effettuato la revisione del motoscafo del Comandante; avendo riscontrato che tutto era in ordine lo riferì al Comandante in seconda e questi  volle salire sul motoscafo per fare un giro di prova. Appena salito a bordo e riavviato il motore  il motoscafo si bloccò. Battisti esclamò:“Ecco appena lei è salito a  bordo il motore si è spento!”, e Bondi:”Che cosa intende dire?”  Allora Battisti farfugliando “Volevo dire che pensavo di fare bella figura, e invece…”

Sopravvenuta la guerra io sono passato dalle navi di superficie ai sommergibili, ma ho sempre  avuto un pensiero  particolare per le navi su cui ero stato imbarcato, e in particolare per il Montecuccoli con il quale avevo avuto la fortuna di fare tante belle esperienze. E a proposito di fortuna debbo dire che sono stato molto contento di sapere che l’incrociatore aveva superato indenne le vicissitudini della guerra. Veramente  qualche danno, ma di lieve entità, lo aveva avuto quando in porto a Napoli subì un bombardamento aereo. In quell’occasione una piccola scheggia stranamente entrata in quadrato ufficiali, andò a colpire il quadro di Raimondo Montecuccoli appeso alla parete.

Nel quadro era riportato anche il  motto di famiglia “Centum oculi”. La scheggia asportò la o del motto. Il quadro, con la sua ferita di guerra, dovrebbe essere ancora all’Arsenale di Venezia.

I ricordi  del  Montecuccoli riaffluiscono alla mia memoria sempre legati alla mia giovinezza, alla mia breve ma intensa carriera nella Marina Militare che mi è rimasta profondamente nel cuore, malgrado il trascorrere degli anni  e malgrado i tanti anni di attività nella vita civile, che però non riescono a togliere il posto, nel mio cuore, agli altri anni, quelli che hanno formato il mio carattere e la mia personalità.    

  

                                                          Mario Rossetto

5 commenti

  1. grazie di queste testimonianze, anch’io ero presente sul montecuccoli dal 1935 fino 1942. Sarei felice di ricevere una fotografia che raffiguri il glorioso incrociatore r.MONTECUCCOLI. SPERO DIRICEVERE QUANTO PRIMA CIò CHE HO RIHIESTO.


  2. UNA FOTO CHE RAFFIGURI L’INTERO PERSONALE IMBARCATO SUL MONTECUCCOLI


  3. Purtroppo una foto che raffiguri l’intero personale non ce l’ho anche perchè sull’incrociatore erano imbarcati più di 400 uomini.
    Comunque se mi lascia un indirizzo mail posso mandarle una foto del Montecuccoli.


    • GRAZIE ASPETTIAMO


  4. Salve è stato interessante questo racconto, ed è stato nominato un mio antenato, volevo sapere se è possibile ricevere tramite mail foto dei comandanti, le lascio la mia email ocedanyele @ hotmail.it



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